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La Registrazione Magnetica

La tecnica della registrazione magnetica è molto più datata di quanto si possa immaginare. Già nel 1878, negli Stati Uniti, Oberlin Smith propose un brevetto (non lo depositò mai) per un registratore di suoni che utilizzava un filo di acciaio come supporto; dieci anni dopo, scrisse per il magazine “The Electrical World” un articolo spiegando la sua teoria per la registrazione magnetica. Nel 1898 Valdemar Poulsen brevettò un dispositivo che chiamò “telegraphone” che utilizzato in combinazione con un sistema di radiotelegrafia permetteva ai messaggi morse inviati ad alta velocità di venire registrati su un filo metallico per poi venire ascoltati ad una velocità inferiore e quindi annotati dagli operatori telegrafici. Questo processo non richiedeva una riproduzione ad alta fedeltà per cui problemi di distorsione della frequenza o le variazioni di velocità del supporto di registrazione tipici dei primi apparecchi, non erano in questo contesto molto importanti. A causa di questi però  il processo di registrazione usato da Poulsen era impraticabile per la registrazione e la riproduzione del parlato o ancor meno per la musica; tuttavia, è stata la prima introduzione di un principio la cui importanza nel campo della registrazione è tuttora significativa. Durante l’ultima parte del decennio 1910-1920, il registratore a filo di Poulsen fu venduto dalla American Telegraphone Company; si pensava che il sistema potesse essere utilizzato per registrare il dettato di testi in ambito professionale,utilizzava un filo armonico da ¼ di mm che scorreva ad una velocità di circa 1,5mt. al secondo attraverso due poli di un elettromagnete per una durata totale di circa 30 minuti.

 

La qualità del suono durante la riproduzione grazie ad alcuni miglioramenti era adeguata ma comunque commercialmente la macchina non era competitiva rispetto alle più semplici ed economiche macchine per incisione di cilindri in cera di Edison o Bell&Tainer.  Nel 1924 un altro scienziato tedesco di nome Dr.Stille, studiò un metodo di registrazione migliorato, sostituendo il filo con un nastro di acciaio e perfezionando il comparto meccanico della macchina. Poco più tardi, nel 1928, il tedesco Fritz Pfleumer sostituì il nastro di acciaio con un nastro di carta rivestito di ossido di ferro magnetizzabile costruendo un supporto per la registrazione magnetica del tutto simile a quello ancora oggi utilizzato. Pfleumer ottenne il brevetto di questa invenzione nello stesso anno e il 1° di Dicembre del 1932, concesse alla tedesca AEG i diritti per lo sfruttamento del suo nastro, la quale costruì il primo pratico registratore magnetico al mondo chiamato Magnetophon K1 presentato al IFA (Internationale Funkausstellung Berlin  ovvero International radio exhibition Berlin a.k.a. ‘Berlin Radio Show’) nel 1935. In questo stesso periodo furono impiegate per la prima volta l’amplificatore elettronico e il sistema di premagnetizzazione ad alta frequenza allo scopo di migliorare la qualità del suono e creando le basi per le moderne versioni di registratori magnetici.