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La prima volta

Per stessa ammissione di Edison si può affermare che l’invenzione del Fonografo abbia avuto un origine casuale. Durante il periodo in cui è stata concepita Edison stava lavorando al miglioramento del suo telegrafo e più precisamente ad un sistema quadruplex grazie al quale si potevano inviare 4 segnali telegrafici attraverso un singolo cavo e ad un ripetitore telegrafico il quale registrava messaggi per poi ritrasmetterli ad una velocità significativamente più alta. Quest’ultimo apparecchio registrava messaggi morse in entrata incidendo punti e trattini attraverso uno stilo su un foglio di carta paraffinata. Successivamente questi fogli contenenti il messaggio venivano utilizzati con un sistema identico (lo stilo questa volta leggeva i punti/trattini per decifrare il messaggio originale) per il messaggio in uscita e in questo caso l’operatore poteva regolare la velocità. E’ in questa fase che Edison riconobbe un suono provenire dalla lettura di questi fogli, un suono che lo stesso descrisse come “un leggero suono musicale, ritmico, simile a discorsi umani ascoltati indistintamente”, ed è grazie a questa che capì che le onde sonore potevano essere registrate in maniera simile. Anche l’invenzione del telefono ebbe un piccolo ruolo nell’invenzione e nello sviluppo del fonografo. Fu probabilmente la creazione di un dispositivo utile a degli esperimenti sul ricevitore telefonico al quale stava lavorando ad aiutarlo a capire come poter memorizzare su un supporto le vibrazioni provocate da un fenomeno sonoro. Nonostante la giovane età Edison stava già progressivamente perdendo l’udito e per facilitare gli esperimenti applicò al diaframma del ricevitore telefonico un piccolo ago il quale durante la trasmissione del segnale passante attraverso il cavo telefonico poteva dare ad Edison prova dell’ampiezza del segnale : era per lui sufficiente tenere leggermente appoggiato un polpastrello su questo ago per avvertire la potenza della vibrazione la quale era proporzionata alla potenza del segnale trasmesso. In un appunto dello stesso Edison datato 18 Luglio 1877 leggiamo:

 

Ho appena provato a sperimentare un diaframma dotato di un piccolo ago tenuto contro una carta paraffinata mossa rapidamente sotto di questo. Le vibrazioni del parlato sono ben rientrate e non c’è dubbio che sarò in grado di memorizzare e riprodurre automaticamente in qualsiasi momento la voce umana perfettamente

LA PRIMA VOLTA

Musica di carta stagnola

Il primo disegno del fonografo di Edison era piuttosto abbozzato. Un cilindro di metallo con un fine solco a spirale inciso su tutta la sua superficie e due diaframmi dotati di ago, uno per l’incisione e l’altro per la riproduzione. Il cilindro era montato su un albero filettato che veniva azionato da una manovella ad esso collegato; messa in movimento metteva in rotazione il cilindro spostandolo anche da sinistra verso destra. Un foglio di carta stagnola veniva avvolto adeso al cilindro e su questo l’ago, seguendo il solco a spirale inciso, indentava le vibrazioni del suono provenienti dal diaframma di incisione. Questo stilo si muoveva verticalmente dando così forma al famoso “hill and dale” (incisione verticale o vertical cut) all’interno del solco a spirale del cilindro. Per la riproduzione il diaframma opposto metteva il suo ago all’interno del solco modellato precedentemente convertendo l’indentazione in vibrazioni e quindi in suono. Questo primordiale schizzo fu consegnato al suo fidato John Kruesi, caposquadra del comparto meccanico dell’impresa di Edison, il quale in poche settimane costruì il primo prototipo funzionante di fonografo. Il primo messaggio sonoro inciso nella storia della registrazione sonora fu la famosa filastrocca fanciullesca “Mary had a little lamb” pronunciata dallo stesso Edison. Edison depositò il brevetto per questa invenzione il 24/12/1877 ottenendolo il 19/02/1878. In realtà Edison non fù l’unico a intuire il concetto di incisione sonora e il relativo sviluppo pratico dell’idea. In francia, con pochi mesi di anticipo, Charles Cros concepì un invenzione del tutto simile al fonografo di Edison (diversi il supporto su cui incidere il suono e il metodo che per Cros contemplava la fotoincisione).

Non poté accaparrarsi un brevetto ne riuscì mai a costruire un prototipo funzionante per problemi economici. Però la sua idea era utilizzabile in un contesto reale ed era stata “registrata” (attraverso un plico spedito all’Academie des Sciences e databile grazie al timbro postale) il 30/04/1877 (anche se la vera richiesta di deposito brevetto fu il 18/04/1877; i giorni trascorsi tra queste due date furono impiegati da Cros per tentare, senza successo, di trovare finanziatori per poter regolarizzare la richiesta di brevetto).

In realtà un altro visionario inventore francese, Léon Scott, aveva costruito molti anni prima (1859) una macchina capace di tradurre il suono in un movimento di uno stilo che però non incideva la forma dell'onda sonora ma solamente la disegnava su un supporto. In conclusione però possiamo affermare che l’inventore del fonografo fu Edison grazie al fatto che fu il primo e unico a costruire una macchina parlante funzionante. La visibilità di questo grande prodigio arrivo il 22/12/1877 quando Edison si presentò nella stanza editoriale del Scientific American in compagnia della sua invenzione e diede prova delle sue capacità davanti a decine di increduli spettatori.